Il cielo è blu sopra le nuvole!
Così, con una frase che racconta una consapevolezza profonda, si è aperto il viaggio sperimentale del GoDeep online nell’ambito del progetto “Chiazza” per il riuso temporaneo dell’ex mercato coperto di Manduria. Un percorso coinvolgente e sfidante per le modalità inedite – per la prima volta il GoDeep si è tenuto interamente in Rete – e per l’intensità delle emozioni emerse, sempre maggiore, incontro dopo incontro, dalla nascita del gruppo fino alla presentazione dei progetti all’amministrazione comunale per il recupero della piazza in città. L’incontro con i Supereroi e con i Guardiani della Soglia, la camminata dei privilegi, le piazze immaginarie ispirate a Italo Calvino. Per restituire l’intero percorso e la ricchezza delle voci emerse abbiamo deciso di raccontarlo stazione dopo stazione, dai primi incontri alla restituzione pubblica delle idee.
Ringraziamo Naturalmente a Sud, associazione anima del progetto, i ragazzi e le ragazze delle scuole partecipanti, gli adulti attivi che si sono stretti in un abbraccio tra generazioni virtuale.
Pronti, allora? Buon viaggio!

Stazione 1.
Il curriculum dei talenti del gruppo.

Come una persona, anche il gruppo ha il suo curriculum composto dalle esperienze, dai talenti e dalle competenze dei singoli. Le risorse in campo sono molteplici e diverse, farle emergere è come accendere una scintilla, quella della consapevolezza di gruppo.
Abbiamo iniziato così il secondo incontro del GoDeep digitale per il progetto “Chiazza”, a Manduria, disegnando su un foglio il “biglietto di viaggio” per ogni partecipante all’esperienza. Ognuno ha raccontato i propri talenti, scambiato emozioni sulla partecipazione e riflessioni sulle attese e condiviso il sogno per la città. Durante il percorso i talenti si esprimeranno, mostrando come ciascuno conti per arrivare alla meta comune.
Abbiamo cominciato con qualche telecamera spenta, abbiamo concluso con parecchie emozioni accese. Una su tutte: “Mi sento come se vedessi le lucciole!”

Stazione 2.
Le piazze immaginarie.

Una piazza fluttuante e protetta da un’enorme cupola dove, una volta arrivati, si sperimenta l’assenza di giudizio.
Un’altra che connette un piccolo borgo, abitato dagli avi, con uno spazio futuristico dove i sensori sospesi intorno ai palazzi volanti rendono l’aria così pulita da far tornare le lucciole.
Ecco, oltre il tempo e oltre i limiti dell’esperienza fisica, le due piazze immaginarie disegnate dai partecipanti al GoDeep. Luoghi ideali, ispirati da “Le città invisibili” di Italo Calvino ma anche dal grande spazio dell’ex mercato coperto di Manduria.
A guardare il progetto di una delle due piazze sembra quasi di poterci entrare dentro e di riuscire ad esplorarla. In fondo non è così assurda come sembra: è abitata. Dai desideri di chi partecipa al GoDeep.

Stazione 3.
L’incontro con i Supereroi.

Da bambini tutti noi abbiamo avuto un personaggio verso cui ci siamo sentiti particolarmente attratti per i suoi talenti e superpoteri e che ha avuto un ruolo di ispirazione per le sue straordinarie competenze e capacità. Si tratta di personaggi diversi, fantastici o reali. Sono i Supereroi della nostra infanzia, impegnati a rendere il mondo un posto migliore, ognuno a modo proprio.
Li abbiamo chiamati alla memoria con i ragazzi e le ragazze del progetto “Chiazza”, durante il GoDeep on line. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza che i Supereroi non sono lì per chiederci uno sforzo sovrumano ma ci aiutano a individuare e a far emergere i nostri talenti personali, le qualità straordinarie che già possediamo ma che spesso non sentiamo di avere o di poter agire nel concreto. I Supereroi, anche quando vengono da un altro pianeta, non sono lontani ma abitano i nostri sogni, i nostri desideri e aspirazioni.
Ne siamo certi: non possiamo vedere altro da quello che già è in noi. Per questo SpiderMan, Goku, Sailor Moon sono reali compagni di viaggio: ci aiutano a guardarci dentro e ci indicano una direzione.
Così, nel ricordo di chi ha ispirato i nostri giochi di bambini, abbiamo tracciato insieme il quadro dei superpoteri del gruppo: ci saranno utili per proseguire il percorso e per renderci conto di essere parte di una piccola comunità dalle doti straordinarie.

Stazione 4.
Come sarò accolto?

“Non posso giocare con te. Non sono addomesticata”. Così la volpe risponde al PiccoloPrincipe. Addomesticare, per lei, significa diventare domestici, familiari, creando un legame di fiducia unico e speciale. Per costruirlo serve tempo da dedicare, come in un piccolo viaggio di scoperta.
Lo stesso avviene nel GoDeep. Nascono legami, si intrecciano caratteri, talenti, persone e insieme si diventa un gruppo. Ma c’è sempre un momento iniziale di sorpresa e di ignoto. Abbiamo provato ad attraversarlo con un gioco dal forte impatto emotivo per suscitare le emozioni dei primi incontri con lo sconosciuto.
“Come sarò accolto?” è la domanda che un piccolo gruppo di persone si pone uscendo dall’arena plenaria. Gli altri decidono come comportarsi al loro ritorno, dopo qualche minuto. Non c’è una strategia definita, ogni forma di accoglienza è praticabile. Nei turni di gioco durante il GoDeep online sono state scelte tre modalità: scetticismo, invadenza e rabbia. L’interpretazione del gruppo le ha portate in scena come meccanismi emotivi dirompenti: scetticismo e invadenza hanno suscitato emozioni complementari, di sorpresa e di chiusura rispettivamente. La rabbia, al contrario, ha chiamato altra rabbia. Alla fine il silenzio, come spazio di riflessione, per sentire cosa accade dentro e farlo emergere.
Il gioco non è solo gioco ma è apertura di mondi emotivi e di sguardi senza pregiudizio sugli altri. Anche in questo caso è successo: abbiamo provato a vestire i panni degli altri, di chi in una posizione di marginalità entra in un contesto nuovo e non sa chi e come lo aspetta.Un nuovo inizio, inaspettato, dopo il quale ci si comincia ad addomesticare.

Stazione 5.
Il gioco delle isole.

“Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso. Ogni uomo è una parte del tutto”. Lo ha scritto il poeta inglese John Donne, lo abbiamo sperimentato con le ragazze e i ragazzi del progetto Chiazza.
Abbiamo giocato dividendoci in tre gruppi con poteri e ruoli differenti ma con un obiettivo comune: riuscire a trasmettere una informazione salvifica agli esseri umani.
Rappresentati dal gruppo uno, gli esseri umani hanno una storia sfidante. Sono minacciati di morte dagli extraterrestri che hanno inquinato le acque del pianeta privandoli della possibilità di coltivare e di produrre cibo. Non sanno come agire e hanno strumenti di comunicazione limitata: non possono, infatti, guardare lo schermo per vedere cosa fanno gli altri.
Per fortuna c’è il gruppo due! Le persone che ne fanno parte conoscono la formula magica per salvare gli esseri umani e per restituire le acque alla purezza, ma non hanno la voce per dirla e trasmetterla al gruppo uno. Possono comunicarla solo tramite gesti rappresentando una sequenza di azioni che gli esseri umani devono compiere per riuscire a salvarsi.
Esseri umani e salvatori sono isolati: come potrà l’informazione passare dagli uni agli altri? In soccorso arriva il gruppo tre! Può guardare i gesti salvifici compiuti dal gruppo due e comunicarli al gruppo uno attraverso le parole. Il grande compito del terzo gruppo di persone è riuscire ad interpretare la formula magica e a trasferirla. Per farlo, però, hanno pochi minuti!
Le ragazze e i ragazzi del progetto “Chiazza” sono riusciti a salvare il pianeta? Chissà.
Hanno però avuto l’opportunità di esplorare le dinamiche di relazione innescate dalla sfida e di riflettere sulla diversità di potere e privilegi e quindi usare il proprio potere e i propri privilegi con più consapevolezza.
Ecco il senso del gioco!

Stazione 6.
La camminata dei privilegi.

“Se vi sentite a vostro agio andando a casa a piedi da soli di notte, aggiungete un punto.”
“Se siete stati vittime di bullismo, fate un passo indietro”.
Sono queste alcune delle domande della camminata dei privilegi: ciascuna corrisponde a un privilegio posseduto o mancante nell’esperienza di vita di una persona e consente di spostarsi più avanti o più indietro con l’intento di mostrare a colpo d’occhio la differenza di rango tra gli individui del gruppo, disposti nello spazio. Una esperienza di grande impatto che aiuta a riflettere sulle diversità all’interno e a comprendere gli effetti dei privilegi, notando meglio, e apprezzando, anche i propri.
La sperimentazione del GoDeep online ci ha costretti a ripensare la camminata, sostituendo allo spazio fisico quello visivo e uditivo consentiti dai dispositivi. Una sfida pensata per riuscire a restituire con lo stesso impatto profondo l’effetto del privilegio, rendendolo esperibile. Ai ragazzi e alle ragazze partecipanti abbiamo così proposto di usare gli strumenti a disposizione: telecamere e microfono. Avrebbero spento prima il microfono e poi la telecamera dopo aver compiuto un certo numero di “passi indietro”.
“Mi sono commossa quando abbiamo parlato di privilegi perché parlare di questa cosa mi ha ricordato il fatto che io non ne ho tanti e che per averli mia mamma si spacca la schiena. E per questo che io sono felice anche di avere solo i miei 2 punti su 9 perché sono debitrice di averli.”, ha dichiarato una delle partecipanti.
Non scendiamo nel dettaglio dell’esperienza, perché ha un valore intimo e un effetto emotivo rilevante. Vogliamo però raccontare le dinamiche del gioco per rendere tutti partecipi dello straordinario potere della riflessione sui privilegi: ognuno di noi ne ha alcuni, a qualcuno possono mancarne altri. Quelli che possediamo determinano la nostra posizione nei gruppi dove possiamo essere più o meno al centro o al margine. Posizioni sempre presenti, la cui conoscenza è fonte di profonda consapevolezza.

Stazione 7.
L’esplorazione del quartiere.

I rumori della strada, i passi delle persone, gli odori dalle finestre aperte all’ora di pranzo. Un quartiere non si attraversa solo con gli occhi, ma si può esplorare con gli altri sensi, con una attenzione inusuale e profonda, alla ricerca di una bellezza spesso nascosta.
Ecco il senso dell’invito all’esplorazione del quartiere intorno all piazza dell’ex mercato coperto di Manduria.
Una uscita inusuale, in due tappe:
Una camminata per attraversare il quartiere con l’olfatto, l’udito e il tatto, con gli occhi bendati e tenuti per mano da un compagno di viaggio, per cogliere l’inaspettato nei luoghi più quotidiani.
Una #passeggiata alla ricerca dei punti di cura per trovare sprazzi di bellezza inattesi, balconi fioriti, murales colorati, giardini curati, e scoprire, se possibile, chi dedica loro tempo, talento, energia.
L’indagine è un viaggio denso di significato, in grado di restituire agli esploratori e ai cercatori di bellezza l’impatto della scoperta e un senso di cura amorevole e profonda verso posti noti, spesso attraversati di fretta.
Strada per strada, incontro per incontro, le ragazze e i ragazzi del progetto Chiazza hanno ridisegnato una mappa vissuta del quartiere con i suoi angoli più belli, le storie più sentite e nascoste.

Stazione 8.
I Guardiani della Soglia.

Lungo il viaggio del GoDeep i partecipanti hanno incontrato quattro personaggi: Paura, Opportunismo, Rassegnazione e Credibilità. Ecco i Guardiani della Soglia: come custodi dello status quo hanno provato a porre ostacoli insormontabili al percorso per impedire ai ragazzi e alle ragazze di andare avanti nel progetto.
“Avete paura di sbagliare, di non essere presi sul serio, avete paura che vi prendano in giro, avete perfino paura di mostrare la vostra paura, e soprattutto avete paura che alla fine si rivelerà tutto un grande fallimento!”, ha sibilato la Paura.
“Dite di voler agire per la comunità e invece cercate solo vantaggi personali! Vi illudete di essere altruiste e altruisti, di essere cittadine e cittadini impegnati, ma vi piace solo essere nei luoghi che contano, parlare con le persone importanti e mettervi in mostra. Volete solo che il mondo vi veda e vi applauda”, ha attaccato l’Opportunismo.
“Ma cosa vi affannate a fare? Ascoltate questo consiglio: statevene a casa vostra, tanto non cambia mai niente. Ci hanno già provato in tanti, ma come vedete le cose sono rimaste sempre uguali. Lasciate perdere”, ha insinuato la Rassegnazione.
“Non avete nessuna esperienza, non avete nessuna credibilità. Quello che dovete fare è stare in silenzio e ascoltare chi ne sa più di voi. Dovete portare rispetto e stare al vostro posto. Queste sono cose serie, non è un gioco!”, ha sentenziato la Credibilità.
Ogni Guardiano ha rappresentato una voce possibile nella comunità. I partecipanti, divisi in gruppi, hanno provato a rispondere, a coinvolgere i Guardiani della Soglia ideando strategie per non lasciarsi abbattere.
C’è chi ha ringraziato la Paura per l’avviso, chi ha provato tristezza per la Rassegnazione, chi ha sorriso all’Opportunismo e anche chi ha teso la mano alla Credibilità. C’è chi si è sentito offeso o ha provato rabbia. Tutti hanno messo in campo emozioni, riflessioni, risposte per non lasciarsi sopraffare.
Così i Guardiani della Soglia si sono fatti indietro, lasciando libero il varco e permettendo ai viaggiatori di proseguire.
Con meno dubbi e più determinazione.